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sabato 5 marzo 2011

UNA FAVOLA : C’ERA UNA VOLTA UNA DONNA CHE .....


C’ERA UNA VOLTA UNA DONNA CHE SI TROVAVA A METÀ DELLA SUA VITA. ELLA DECISE CHE FINALMENTE ERA VENUTA L’ORA DI COMPRENDERE IL SUO VALORE PERSONALE E DI VALUTARE QUALE DOVESSE ESSERE LA SUA DIREZIONE. COSÌ , LASCIANDOSI ALLE SPALLE GLI AMICI, LA FAMIGLIA E GRAN PARTE DEI SUOI POSSEDIMENTI TERRENI, SI RITIRÒ NELLA FORESTA OVE AVREBBE POTUTO PENSARE INDISTURBATA.
Quando si inoltrò nei boschi, non sapeva se stesse facendo, in realtà, la cosa più giusta, ma sentì ugualmente che non avrebbe potuto agire diversamente. All’inizio, la bellezza di tutto ciò che la circondava la riempì di meraviglia e di stupore. Presto imparò ad ascoltare i suoni della natura e, con il passare delle settimane e dei mesi, si accorse che stava lentamente cambiando. Ad ogni istante che passava lei perdeva sempre più il contatto con il mondo e le persone che aveva lasciato dietro di sé, mentre l’incredibile bellezza dell’ambiente che la circondava, la spingeva ad inoltrarsi sempre di più nel mistero che stava tentando di svelare, e ormai non poteva più tornare indietro.

Nel frattempo imparò ad ascoltare i suoi stessi pensieri. Poteva vedere la sua mente tra gli alberi e sentire le sue emozioni tra i cespugli. Il perfetto equilibrio della natura che la circondava stava iniziando a diventare parte di lei. Stava cominciando a dissolversi anche il continuo conflitto interiore. Inizialmente rimase spaventata da tutto ciò perché, sebbene a livello conscio non se ne rendesse conto, il tumulto che era solito agitarsi all’interno della sua mente, gli teneva in qualche modo compagnia. Ora il frastuono interiore l’ aveva abbandonata e al suo posto vi era soltanto l’immensa quiete della natura.

Passò ancora del tempo, ed essa cominciò man mano a comprendere che non avrebbe più potuto catalogare le persone sulle quali era stata solita avere delle opinioni personali. Iniziò a vedere quanto fosse sciocco classificare tutte le piccole cose che prima creavano tutta una serie di problemi. Il suo problema era ora nettamente differente. Con una mente chiara e libera di tutte quelle ansie ed irrequietezze che avevano sempre affaticato il suo spirito, cosa gli restava da fare? In passato, le voce degli altri e le loro opinioni l’avevano in qualche modo guidata. Gli effetti delle vite del suo prossimo avevano finito per violare così tanto il suo spazio psichico, che lei non si era mai dovuta preoccupare realmente di quale sarebbe stata la direzione da intraprendere nella sua vita.

Dopo anni trascorsi nella foresta, cominciò a chiedersi se il mondo esterno fosse in qualche modo cambiato. Pensò così alle persone che aveva conosciuto, chiedendosi come fossero ora. Fu allora che scoprì una cosa sorprendente a proposito del cambiamento che aveva avuto luogo nel suo interno. Gli bastava infatti pensare ad una persona che, per mezzo di uno strano miracolo, sapeva istantaneamente come questa fosse diventata. Inizialmente tutto ciò gli risultò molto difficile da credersi ma, dopo un po’, si accorse che la foresta lo aveva fatto per lei.
Gli bastava toccare una foglia per sapere se stava per piovere e poteva sentire la presenza di un piccolo animaletto a centinaia di metri di distanza, senza sbagliarsi mai. Qualcosa l’aveva portata ad essere in pieno accordo con la perfetta armonia della natura. Il più piccolo turbamento dell’equilibrio biologico al quale si era oramai abituata, attraeva istantaneamente la sua attenzione.

Per la prima volta nella sua vita, lei comprese di essere parte integrante della creazione Divina.
Era venuta precedentemente a conoscenza di questo stato d’essere attraverso la lettura di alcuni libri. Lo aveva sognato segretamente, ma ciò era estremamente differente. Lei stava ora effettivamente partecipando alla realtà del tutto.
Si sedette e si appoggiò al tronco di un gigantesco faggio rosso per contemplare. Qualcosa, in modo che non gli riusciva di comprendere, l’aveva portata a sperimentare anni e anni di reale tortura emotiva.
Poi lei aveva messo alla prova la sua capacità e il suo desiderio di sopravvivere in mezzo a quegli elementi che non gli erano di certo familiari. E, con suo grande stupore, ora si trovava qui, intatta dopo tutto. Avrebbe passato il resto della sua esistenza nella foresta, o ad un certo punto ne sarebbe uscita per incontrarsi nuovamente con la gente come in passato ? Questo interrogativo la lasciò perplessa, perché sapeva che non avrebbe potuto parlare con nessuno di ciò che aveva scoperto. In un certo senso aveva paura che la forza dei desideri del suo prossimo avrebbe finito per riportarla a tutto ciò da cui era riuscita finalmente a liberarsi, Tuttavia, dopo aver trascorso anni nella foresta, stava diventando una solitaria.
Non si trattava però della solitudine che aveva sperimentato prima di ritirarsi dal mondo. I lunghi mesi passati da sola l’avevano resa silenziosa. Desiderava poter udire i suoni della natura nelle persone. Voleva condividere con loro ciò che aveva scoperto, ma sapeva anche che avrebbe dovuto mantenere ciò per se stessa.
Ricordò come un tempo gli fosse sembrato importante cercare di cambiare e riformare il mondo, o perlomeno salvarlo da un vago destino incombente. Ora non provava affatto gli stessi sentimenti. Aveva trovato la sua identità tra gli alberi e i fiori. Aveva potuto osservare come tutta la natura giungesse a compimento nella sua precisa stagione. Anch’essa era colma dell’immensa gioia della natura. Per mesi aveva paragonato ogni cosa che aveva sentito nella foresta con ciò che sapeva avrebbe provato vivendo tra la gente.

Qui fra gli alberi, poteva osservare come ogni momento si rinnovi per mezzo della vivezza del continuo Presente. Indipendentemente dalle condizioni atmosferiche o dell’alternarsi delle giornate, al suo interno vi era solo una grande pace.
Raccolse un piccolo fiore e cominciò ad osservarlo. In qualche modo sapeva che quel fiore sarebbe stato in grado di fornirle una risposta ai suoi interrogativi. Senza una parola il fiore la colmò di gioia. Ed ella comprese che esso era riuscito a fare ciò senza perdere nulla della sua propria bellezza. Ma aveva colto quel fiore e sapeva che in tal modo aveva impedito che potesse continuare a crescere. Ne rimase rattristata. Se solo fosse stata in grado di avere la sua risposta semplicemente guardandolo, senza cioè strapparlo dal suo habitat naturale…… Fu allora che raggiunse l’illuminazione.

Se avesse abbandonato la foresta per portare luce e comprensione fra i suoi simili, si sarebbe allontanata dalla sua sorgente naturale. Avrebbe potuto essere rigogliosa solo per un breve lasso di tempo, poi sarebbe appassita. Decise quindi che sarebbe stato più saggio rimanere in contatto con la fonte.
Il Presente, dopo tutto, non era qualcosa di cui vantarsi o qualcosa che permettesse di poter guidare gli altri, bensì si trattava soltanto di sperimentarlo per se stessi. Sorrise pensando fra sé e sé:

“LASCIA CHE COLORO CHE VOGLIONO REALMENTE CONOSCERE SI AVVENTURINO ESSI STESSI NELLA FORESTA OVE, NEI PROFONDI RECESSI DELLE LORO MENTI E DEI LORO CUORI, POTRANNO SENTIRE IL VENTO, GUSTARE LA PIOGGIA E LASCIARE CHE LA DOLCE SAGGEZZA DELLA LEGGE NATURALE GUIDI IL LORO CAMMINO”.

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